Un importante indicatore di vivibilità, per una città, è dato dalla soddisfazione che il cittadino più o meno prova nello spostarsi. Andare al lavoro, accompagnare i figli a scuola, accedere ai servizi. E farlo in tempi adeguati, in condizioni di sicurezza e vantaggio.
Ripensare la mobilità per Lucca è oggi una necessità impellente. Non possiamo più rimandare.
Consapevoli della vastità della materia, vorremmo comunque provare a proporre un altro piccolo tassello di quell‘idea di città per la quale ci spendiamo, comunemente, da anni: una città in cui tutti possano sentirsi a proprio agio, vista con gli occhi di chi oggi avverte maggiormente il peso delle carenze presenti. Siamo responsabili in primo luogo per i cittadini anziani, per i bambini e per i portatori di handicap; eppure anni di non scelte o scelte inadeguate ci hanno restituito un’immagine urbana desolante, fatta di percorsi pedonali difficili (quando ci sono), di un sistema di piste ciclabili a singhiozzo e mal progettate se non addirittura fuori norma, di parcheggi scambiatori inesistenti e di un traffico pesante che stringe nella sua morsa la circonvallazione.
La nostra proposta certo non può essere esauriente. Ma come ogni proposta deve avere una sua coerenza interna. Tre sono gli obiettivi, correlati a tre azioni per conseguire, verosimilmente, i tre risultati attesi.
Primo obiettivo: rendere le nostre strade più sicure. Possiamo raggiungerlo realizzando percorsi pedonali protetti e piste ciclabili ben ramificate, anche recuperando il più possibile le strade interne ai quartieri per restituirle agibili a pedoni e ciclisti. Il risultato auspicato è un più alto livello della qualità della vita perché la moderazione della circolazione incide direttamente sulle condizioni ambientali e incentiva stili di vita più sostenibili.
Secondo obiettivo: allontanare il traffico di attraversamento. Non esistono alternative concrete al progetto di nuova viabilità nord-sud ed est-ovest, sul quale è necessario pertanto andare avanti, e con urgenza. L’impatto potrà essere ridimensionato, laddove possibile, attraverso opere di salvaguardia sia degli equilibri ambientali, sia del reticolo idraulico esistente. Simultaneamente agire con forza affinché la linea ferroviaria abbia ciò che viene promesso da mezzo secolo: il raddoppio della linea. Ne conseguirà un traffico ridotto, più fluido, e un’aria alleggerita da una buona percentuale di polveri sottili.
Terzo obiettivo: diminuire il traffico verso la città. L’azione che si rende improcrastinabile è dotare Lucca di quattro parcheggi scambiatori, uno per ogni punto cardinale, ben serviti da un sistema leggero di trasporto pubblico. In questo modo otterremo anche un sensibile risparmio sui consumi di carburante e, conseguentemente, una riduzione del tasso d’inquinamento.
Si tratta di una schematizzazione voluta, di una semplificazione cosciente dei propri limiti, ma utile per individuare (o quantomeno, tentare di) delle linee guida per dare forma alla città che vorremmo, i cui vantaggi risulteranno evidenti soprattutto nel lungo periodo. Abbiamo il dovere di programmare a lunga scadenza e di evitare soluzioni provvisorie e rattoppate se vogliamo provare a restituire una città vivibile ai concittadini che ci hanno dato il compito, anche complesso, di governare. La città di oggi è somma di fasi sì diverse, ma tenute insieme dal denominatore comune che è stato l’edificazione scomposta. Concessa senza rispetto del paesaggio, dimentica dei criteri di urbanizzazione funzionale, vuota di visione lunga. Eppure noi dobbiamo comunque poter ipotizzare la riorganizzazione degli spazi viari per una “coesistenza pacifica“, poiché intelligentemente equilibrata, tra pedoni, bici e auto.
La primavera è arrivata. Ora sia la Politica, tutta, a incidere, per iniziare un percorso che denoti visione e concretezza. Questo dovrebbe essere il nostro tempo.
Celestino Marchini e Serena Mammini