Lo scorso marzo a Firenze, al convegno “Internet better Tuscany”, sono stati presentati i risultati ottenuti grazie all’investimento nella promozione online e le prospettive di ulteriori, imminenti innovazioni.
Partendo dalla considerazione che internet funziona, che sta diventando sempre più strumento familiare (anche attraverso i dispositivi “mobili”, i tablet e gli smartphone) proviamo a coniugare gli stimoli del convegno regionale con le peculiarità del nostro territorio. Gli accessi alla rete sono in costante aumento. Non solo fonte di informazione quindi, il web è anche e sempre più spazio per vendere, acquistare, prenotare, condividere pensieri ed esperienze.
La Toscana va, come brand autonomo rispetto all’Italia. Un marchio che reca in sé valori univoci, conosciuti e riconoscibili. La nostra regione ha un suo posizionamento forte nella mente del potenziale turista, fatto di alta qualità della vita, di arte, storia, paesaggio, sport, specificità enogastromiche. Non a caso, dal 2008, il programma di promozione turistica e culturale della Toscana si chiama “Voglio vivere così”: questa l’offerta in termini di percezione e Lucca ne fa parte a pieno titolo. La “sfida” di questo momento storico è tutta giocabile sull’oscillare di questi due punti di attrazione, internet e il brand-Toscana che nel nostro caso diviene Lucca. Come città dobbiamo individuare il giusto segmento di potenziali visitatori, capire come raggiungerlo e come “usarlo” per ampliare il target.
Il turista è un “consumatore” particolarissimo perché cerca la soddisfazione di un bisogno del tutto intangibile: l’esperienza, l’emozione. E Lucca può offrire un andamento di visita lento, di indugio, nel disvelarsi ora di scorci, ora di ampiezze suggestive. Si presta alla riflessione, alla passeggiata, all’assaporare tempi e gusti remoti in un presente vivo e vivace.
Attraverso una struttura ben ramificata di presenza sulla rete, che sfrutti i social network coordinatamente, che aumenti e renda semplici da usare le piattaforme di prenotazione online, sviluppi e promuova la rete museale, Lucca deve potersi ritagliare una sua reputazione. E su internet la reputazione è dettata, giocoforza, dalla condivisione e dal numero degli utenti, dalla loro profilazione. Un esempio, solo per semplificare (consapevole del fatto che semplificare è cosa buona e giusta solo dopo aver analizzato in modo approfondito le questioni): oggi, quante persone dopo una vacanza scrivono una recensione, su Tripadvisor, Trivago, Expedia o Turistipercaso e simili, delle strutture ricettive che li hanno ospitati? O più semplicemente: quanti postano su Facebook le foto del luogo visitato o creano una cartella personale di immagini su Flickr? Se queste tendenze già consolidate trovassero un canale di raccordo e approfondimento, consultabile tramite un’unica piattaforma tecnologica, non ne risulterebbe una sfaccettata visione della nostra città – e dunque promozione – a costo zero, affiliazione di visitatori-viaggiatori?
La necessità è quindi di forte interazione tra Enti e Privati del settore, di chiarezza nel definire le strategie di lungo periodo per i primi e prontezza nel tradurle in tattiche stagionali per i secondi. L’importante è che la regia sia condivisa, lasciando comunque ampio margine di libertà, di fantasia, di coraggio.
Alle istituzioni spetta il compito di curare il cosiddetto “marketing territoriale“, volto a costruire un’immagine, l’identità del luogo e dei suoi eventi e di migliorare sempre di più la definizione dei percorsi e il loro intreccio. Agli operatori privati invece il “marketing di servizio“, la vendita effettiva dei prodotti e dei servizi, la cura, la manutenzione, l’aggiornamento e revisione continui. La collaborazione pubblico-privato dovrà quindi essere l’ascensore di ripresa che tanto auspichiamo. Non si tratta di inventare niente. A Lucca serve oggi, credo, un po’ di quella creatività messa a sistema che le permetta non solo di non rimanere indietro ma anche di osare per anticipare tendenze ancora sotterranee.
In alcuni casi è abbastanza palese la vendita di fumo anche nel settore turistico, il nostro territorio invece ha splendore da proporre. Purtroppo non mancano magagne createsi per lo più tramite non-scelte politiche perpetuatesi negli anni o poche scelte ma sbagliate e quindi la città continua a essere deficitaria di strutture essenziali per il suo territorio, la sua vivibilità e messa in sicurezza (file di tir che lambiscono le Mura o le stesse che divengono come Mont Saint Michel durante l’alta marea in caso di piogge un po’ più abbondanti), ma questa è, in parte, un’altra storia.