Noi siamo nell’oggi, a noi è dato vivere qui ed ora e dentro a questi parametri ci dobbiamo muovere. Dobbiamo però conoscere e comprendere questi parametri, studiare il nostro contesto con grande impegno, con coraggio e senso di responsabilità, guardare realisticamente quello che abbiamo di fronte.
Occorre trovare un modo diverso, un approccio che ci veda protagonisti tutti, nessuno ai margini, ognuno con il proprio carisma, ma nell’ambito di una struttura organizzata. Ecco, noi siamo chiamati ad intraprendere un percorso nuovo.
È con gli esempi concreti che si ottiene la fiducia.
Usando registri chiari, lineari e non piroettando più o meno bene con il lessico della politicuzza troppo spesso autoreferenziale vantaggiosa per pochi e sterile, inutile per i più. Occorre un sano e robusto senso del dovere, dell’istituzione, una condotta serena ma severa.
Dobbiamo sottrarci con forza dal luogo comune del “siamo tutti uguali”, sottolineare con vigore che un altro modo è possibile. Consapevoli certo dei nostri limiti. E lo possiamo fare con l’essere nella politica ma non della politica.
Il ritorno ad una forte dignità, ad una “fame” interiore, ad un guardare l’altro da noi negli occhi, allo stesso livello, al desiderio forte di bene comune, ad una sobrietà di vita, ad una grande sete di giustizia.
Insomma “coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso, vivendo il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà”.