A inizio anno leggevamo sulla stampa che entro la fine del 2023 sarebbero, addirittura, stati conclusi i lavori per la rotonda di via Salicchi. Sulla rotonda al momento tutto tace, ma invece è notizia di oggi l’annuncio dell’altro progetto, quello cosiddetto principe, per l’amministrazione: il parcheggio interrato fuori porta Santa Maria, in piazza Martiri della Libertà. Studio di fattibilità 90 mila euro, costo stimato per la realizzazione dell’opera 15 milioni. Ogni amministrazione ha le sue priorità, ma ci chiediamo che fine abbia fatto l’altro progetto, già in parte finanziato, assai più strategico per il territorio, più attuale, irrinunciabile per una città capoluogo, ovvero l’hub della mobilità sostenibile nei pressi della stazione ferroviaria.
Presentato nella primavera del 2022 prevede tra l’altro, oltre al terminal bus, un parcheggio scambiatore, il recupero dell’edificio centrale per i servizi ai viaggiatori e per tutti i cittadini. Insomma un’area moderna e attrezzata che finalmente doterebbe Lucca di un servizio essenziale per una città contemporanea. Una previsione quella fino a Pulia contenuta nel Piano operativo, che ne ridisegna la maglia ottocentesca e innesta elementi di assetto urbano (nuove connessioni grazie a piccoli tratti di nuova strada, rotonda) che andrebbero a sciogliere i nodi della zona est della città.
È proprio il miglior modo, alla vigilia della Settimana europea per la mobilità sostenibile, dichiarare apertamente che invece il binocolo dell’amministrazione punta dritto al passato? Se al di là dei convegni, della suggestiva chiusura al traffico veicolare in centro storico per quattro ore di una domenica di settembre, l’investimento principe sarà un anacronistico parcheggio interrato in un luogo che ha visto già realizzata alcuni anni fa una bellissima rotonda? Se, come si dice, tecnicamente tutto è possibile, per quanto tutto da dimostrare, siamo certi che sia la priorità oggi? Il potenziamento del parcheggio in piazza Martiri della Libertà era previsto anche nel Piano strutturale del 2017, strumento che disegna una visione a lungo raggio della città, ma la previsione di partenza di 15 milioni per un progetto comunque rischioso, vale la candela oggi? Non esistono alternative altrettanto valide e più in linea con quei principi che anche la Settimana della mobilità o Pianeta terra festival, solo per fare un esempio, portano avanti?
Da una parte si discute, si investono risorse, perché anche discutere tutti insieme ha un costo, e dall’altra si annunciano progetti, ad oggi anacronistici, e comunque non risolutivi, solo perché siamo qualche metro più vicini alla porta d’ingresso alla città? Costi, benefici? Ottimo il tentativo del bike sharing che ci auguriamo possa passare la fase sperimentale e divenire effettivo, ma perché non continuare sulla stessa linea invece di rispolverare idee velleitarie e rischiose per la comunità? Il Piano operativo adottato offre diverse soluzioni per l’area di approdo a nord della città.
Una su tutti è la cosiddetta area Gaddi, una superficie, in territorio urbanizzato, oramai degradata. Oltre cinquemila metri quadrati su Borgo Giannotti assai vicini al centro storico. Un pezzetto di città che tramite progetto unitario convenzionato (Puc), che prevede funzioni di commerciale al dettaglio (esclusa la media struttura di vendita), direzionale e di servizio, turistico-ricettiva, sarebbe ottimale, sensato per essere rivisitato in termini di rinnovo urbano utile alla città. Certo, ci vorrebbe il Piano operativo approvato e una trattativa con il privato. Lavoro certo più complesso che fare un annuncio.