La città è bella quando è giusta. Lo diceva il grande architetto e primo sindaco non democristiano di Roma nel 1976-1979, Giulio Carlo Argan. Vale anche per Lucca e i suoi amministratori, per la Toscana con le sue città storiche e naturalmente per l’Italia, col suo patrimonio di paesaggi, edifici antichi e beni culturali.
Il futuro Parlamento dovrà farsi carico di un’ampia ricognizione per conoscere e tutelare i rapporti fra quella grande bellezza e il mondo del lavoro che muove, in primo luogo nell’ambito turistico – dalla ristorazione all’alberghiero – e del restauro. È un campo mai esplorato in termini sistematici e che pure investe il fattore umano, artefice di una ricchezza strategica per il paese.
Molti ne sono gli indicatori, ma per comodità ne indichiamo due, distanti fra loro ma che pure convergono sulla tutela di quella bellezza: lo stato dei lavoratori del turismo e gli incidenti nell’edilizia.
Il 70 per cento del lavoro nel turismo è irregolare, il 40 per cento precario e il 60 per cento a tempo parziale, con retribuzioni fra le più basse di tutti i settori economici e produttivi secondo i dati della Filcams Cgil. Bastano queste cifre per capire chi paga il boom turistico del 2022. La distorsione è evidente se soprattutto giovani e precari vengono lasciati soli in un mercato privo di scrupoli e senza alcun presidio istituzionale.
Secondo l’Inail, inoltre, le morti sul lavoro nel settore edile sono aumentate del 30 per cento e le denunce per infortunio del 47 per cento. È possibile impedire la strage investendo sulla formazione, sulla cultura della sicurezza, ma anche sui controlli degli enti preposti e delle istituzioni che governano il territorio. Molte violazioni di legge sono perfino visibili a occhio nudo: basta guardare ai cantieri, per esempio, per constatare che quelli virtuosi, con le impalcature a norma, non sono sempre la maggioranza. Eppure, ben vengano i cantieri: è stato proprio il massiccio intervento edilizio spinto dal bonus facciate a rendere anche le città storiche ancora più belle e gradevoli. E si torna così alla riflessione di un grande architetto e sindaco: la bellezza di una città si misura sulla sua giustizia.