Da più di un mese la città ha una nuova a amministrazione. Spero che prima di rientrare, ahimè, di nuovo in un altro agone elettorale, sia possibile parlare senza quel filtro che avvolge la maggior parte di ciò che viene detto prima del voto e che lo rende eccessivo o falsato, più vicino alla vendita di un prodotto, al suo posizionamento sul bancone degli acquisti, che alla sua reale qualità. Discorsi spesso più intenti a denigrare l’avversario che a veicolare una visione politica contenuta nella proposta di governo.
Ho avuto l’onore di seguire una materia complessa e affascinante come l’urbanistica per diversi anni – un assessorato longevo, il mio. È stato ricostruito un settore con persone preparate ed efficienti, ben guidate e con un indirizzo politico che negli anni è stato chiaro e determinato. Sono state riscritte le regole di una materia che qui da noi non aveva certo brillato, anzi. Se il territorio ancora oggi sconta molte criticità e problematiche irrisolte si deve alla pesante eredità di un’urbanistica soprattutto orientata alla rendita fondiaria. È stato un lavoro lungo e faticoso, ma abbiamo lasciato in dote alla città strumenti e uffici che funzionano e Lucca, nel settore, in ambito regionale ha acquistato stima e credibilità.
Ecco, adesso la città ha urgente bisogno del suo Piano operativo per rispondere, con crescente efficacia, alle svariate necessità delle persone che qui abitano, lavorano e investono. Dotare la città di alcune infrastrutture non più rimandabili, dare anima agli obiettivi di sostenibilità ambientale dell’Agenda 2030, far funzionare il complesso sistema-città e valorizzare il patrimonio storico e naturale che ancora oggi Lucca esprime.
Dopo l’adozione dello scorso ottobre, la presentazione e la mostra al teatro del Giglio con alcune e significative tavole, sono stati fatti molti incontri con i cittadini e il Piano ha avuto modo di “decantare”. Nei mesi successivi sono state protocollate circa mille osservazioni, un numero che pensavamo maggiore considerando anche le cifre di altri Comuni più piccoli del capoluogo; comunque cittadini, associazioni, professionisti e imprese hanno avuto modo di esprimersi sul Piano. Una partecipazione facilitata anche dalla scelta del Comune di estendere, tramite atto consiliare, a 90 giorni il tempo per poter presentare le osservazioni, alcune delle quali mi risulta siano state presentate anche fuori da questi termini e che spero la nuova amministrazione deciderà comunque di tenere in considerazione.
È il tempo, nell’urbanistica come nella politica, la variabile capace di fare la differenza rispetto alle decisioni e alle responsabilità da assumere. E il tempo, si sa, non è infinito. Già la precedente amministrazione si era trovata ad affrontare i lunghi mesi della pandemia che un certo ritardo avevano accumulato nell’iter di adozione e quindi di approvazione. Per questo adesso è il momento di andare avanti con l’analisi delle osservazioni dei cittadini, che nei mesi scorsi sono state tutte georeferenziate e inserite nella nuova piattaforma informatica del Piano per una migliore gestione dell’analisi. Una novità che faciliterà la consultazione di carte e norme, contribuendo a ordinare senza equivoci la disciplina delle trasformazioni del territorio.
I temi strategici più rilevanti sono la cura dei beni comuni, la rete ambientale, lo spazio pubblico, i grandi progetti di riuso, la mobilità e l’accessibilità. La definitiva approvazione del Piano determinerà finalmente le condizioni per progettare opere non più procrastinabili per risolvere le stesse annose criticità rilevate, in campagna elettorale, anche dall’attuale amministrazione comunale. Perché le problematiche che impediscono a una città bella come la nostra di fare il salto di qualità e aumentare in vivibilità per tutti oramai le conosciamo e il Piano strutturale prima e l’operativo dopo le risolveva, per quanto possibile, nel progetto di città.
Grazie alle osservazioni pervenute quindi il Piano potrà essere migliorato, a mio avviso, senza addentrasi in inutili tentativi di azzeramento. Pensare così ha molto di campagna elettorale e poco di senso pratico. Spero che chi avrà l’onere e l’onore di seguire il processo di approvazione abbia la cura e la pazienza di capire meglio uno strumento che forse non è stato approfondito a sufficienza. Dovrà, potrà, essere migliorato, alleggerito, per poi approdare, secondo l’iter riservato agli strumenti di governo del territorio, all’attenzione del Consiglio comunale per la definitiva approvazione, ma in tempi certi. Perché di questo la città ha bisogno.
Certo, occorrerà il coraggio della scelta, perché il nuovo Piano operativo non permetterà più le ambiguità di interpretazione che hanno consentito l’edificazione, incontrollata e voluminosa, che ha deformato il disegno della città. Anche per questo, oltre al Piano operativo, sarà necessario che la nuova amministrazione proceda con il lavoro iniziato del nuovo Regolamento edilizio che, insieme al già approvato nuovo Regolamento oneri, sanzioni e agevolazioni, doterà Lucca di nuove e chiare regole per tornare a investire sulla propria identità urbanistica. Si completerà così il quadro di rinnovamento degli strumenti di governo del territorio, coerenti con le normative regionali, confermando Lucca nella sua posizione di capoluogo pioniere, in Toscana, della ‘rivoluzione’ a tutela del paesaggio. La qualità del lavoro svolto, negli scorsi anni, ha raccolto anche l’interesse di alcune università e dell’Inu, l’istituto nazionale di urbanistica.
Con umiltà e rispetto, invito la nuova amministrazione comunale ad avvicinarsi al Piano operativo adottato consapevole che molte delle carenze individuate prima delle elezioni possono contare su soluzioni concrete già studiate, approfondite, verificate e disegnate – prima nel Piano strutturale, approvato nel 2017, poi confermate nel dettaglio dal Piano operativo. Penso, per esempio, alle proposte per migliorare la viabilità di Lucca e alleggerire il traffico sulla circonvallazione, o per migliorare la vivibilità e la sosta in Borgo Giannotti. Scelte condivise con percorsi di partecipazione sul territorio, ascolto delle associazioni, dei professionisti; decisioni che hanno già attraversato il non semplice iter della discussione politica in commissione urbanistica e in consiglio e sono divenute atto, delibera. Quindi, ovviamente, conformi con gli strumenti sovraordinati e non come abbiamo letto durante la campagna elettorale . L’asse suburbano è addirittura già in progettazione. Dopo la variante urbanistica necessaria alla realizzazione dell’infrastruttura, approvata a novembre, a fine marzo è stato affidato l’incarico per il progetto definitivo e i lavori dovrebbero partire a inizio 2023.
La visione della Lucca di domani esiste già, non è una brochure elettorale né un comunicato stampa a una settimana dal voto. È nella serietà di un lavoro che ha richiesto tempo, coraggio, determinazione, conoscenza e amore per tutto il territorio, da nord a sud, da est a ovest, dal centro ai quartieri, ai paesi e alle frazioni. Quella visione, col Piano operativo, è già progetto di città e va oltre il gioco delle parti contrapposte.