Sono un contatto “mordi e fuggi”, provvisorio, fuggito da Facebook, ridotto a una Email.
Sono un baco che costruisce il suo bozzolo sperando di non finire alla filanda (ma ce ne sono più?)eppure spaventato all’ipotesi di diventare farfalla perché dovrebbe depositare molte uova.
Io non so, né voglio, depositare uova.
Sono un uomo vago. Meglio perdere che trovare.
Vago, ondivago, vagheggio.
Sono un uomo solo con tanta gente intorno. Ciao Serena!
Secondo me quel tizio di cui sopra vaneggia e non va preso sul serio.
O viene da un altro mondo… Certo da un’altra epoca. Perché è “fuggito” da Facebook? E poi a chi interessa saperlo! Se si sente solo impari a comunicare, non credi?
Mi sento di scusarmi per lui, anche se non lo conosco, per aver approfittato dell’ospitalità del tuo Blog. Ci vuole tanta pazienza!
L’altro giorno ho incontrato uno che mi ha detto di essere fra i 101. A un certo punto si è messo a piangere sulla mia spalla e ha parlato di “cupio dissolvi”.
Sono fuggito, ma me lo sogno ogni notte. Puoi aiutarmi con una spiegazione e/o una parola di conforto?
“Guardare all’altro,rispettare l’invisibile in lui, apre un vuoto nero o abbagliante nell’universo. A partire da questo limite dell’inappropriabile dal mio sguardo, si ricrea il mondo. Io lo abito, ma non è mia tutta la verità, e per questo rimane sensibile e vivente, perché non mi è totalmente conosciuto. Sospendere il giudizio lascia così essere. Insieme possiamo rimanere se non mi divieni del
tutto percettibile, se una parte di te resta nella notte.” Luce Irigaray, ESSERE DUE, Torini 1994.
tutto percettibile, se una parte di te resta nella notte.” Luce Irigaray, ESSERE DUE, Torino 1994,p. 17.
Rileggo quanto scritto più di un anno fa e mi sembra di guardare dal buco della serratura in un appartamento che non è mio. Sono indiscreto a me stesso. Non so quante volte vieni su questo tuo Blog, presa da Facebook, Sms, e-mail, etc., e guardi i “Contatti” (che poi implicherebbero il tatto: organo di senso ma anche sinonimo di garbo). Ti ricordo soltanto che mi devi una “pausa”.
Franco
“Solo una diffusa consapevolezza dei cittadini non addetti ai lavori può innescare un processo di presa di coscienza delle conseguenze di lungo periodo di questa foga cieca e distruttrice. Solo imparando a muoversi nel labirinto delle norme, dei dati delle informazioni e controinformazioni potremmo giudicare in prima persona (come è un nostro diritto) che cosa, di quanto ci accade intorno è giusto o inevitabile e che cosa è invece il frutto di cinica speculazione che per il vantaggio di pochi devasta il bene di tutti.”
Salvatore Settis, 2010
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Sono un contatto “mordi e fuggi”, provvisorio, fuggito da Facebook, ridotto a una Email.
Sono un baco che costruisce il suo bozzolo sperando di non finire alla filanda (ma ce ne sono più?)eppure spaventato all’ipotesi di diventare farfalla perché dovrebbe depositare molte uova.
Io non so, né voglio, depositare uova.
Sono un uomo vago. Meglio perdere che trovare.
Vago, ondivago, vagheggio.
Sono un uomo solo con tanta gente intorno. Ciao Serena!
Secondo me quel tizio di cui sopra vaneggia e non va preso sul serio.
O viene da un altro mondo… Certo da un’altra epoca. Perché è “fuggito” da Facebook? E poi a chi interessa saperlo! Se si sente solo impari a comunicare, non credi?
Mi sento di scusarmi per lui, anche se non lo conosco, per aver approfittato dell’ospitalità del tuo Blog. Ci vuole tanta pazienza!
L’altro giorno ho incontrato uno che mi ha detto di essere fra i 101. A un certo punto si è messo a piangere sulla mia spalla e ha parlato di “cupio dissolvi”.
Sono fuggito, ma me lo sogno ogni notte. Puoi aiutarmi con una spiegazione e/o una parola di conforto?
“Guardare all’altro,rispettare l’invisibile in lui, apre un vuoto nero o abbagliante nell’universo. A partire da questo limite dell’inappropriabile dal mio sguardo, si ricrea il mondo. Io lo abito, ma non è mia tutta la verità, e per questo rimane sensibile e vivente, perché non mi è totalmente conosciuto. Sospendere il giudizio lascia così essere. Insieme possiamo rimanere se non mi divieni del
tutto percettibile, se una parte di te resta nella notte.” Luce Irigaray, ESSERE DUE, Torini 1994.
tutto percettibile, se una parte di te resta nella notte.” Luce Irigaray, ESSERE DUE, Torino 1994,p. 17.
Non potevi scegliere citazione migliore in un momento per te di passaggio, nell’assunzione di nuove responsabilità pubbliche.
Ti sono vicino.
Franco
Rileggo quanto scritto più di un anno fa e mi sembra di guardare dal buco della serratura in un appartamento che non è mio. Sono indiscreto a me stesso. Non so quante volte vieni su questo tuo Blog, presa da Facebook, Sms, e-mail, etc., e guardi i “Contatti” (che poi implicherebbero il tatto: organo di senso ma anche sinonimo di garbo). Ti ricordo soltanto che mi devi una “pausa”.
Franco