Immaginiamo la città antica come un libro. Le parole non ci sono perché “la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee di una mano”. E rimaniamo incantati dalla sua capacità narrativa perché i luoghi della vita collettiva e gli spazi più intimi della residenza, nella loro relazione, sono un messaggio chiaro e leggibile. Sfogliare questo libro significa prendere coscienza che se costruire è (stato) un atto necessario, manifestarne il valore è un atto civile di appartenenza alla nostra cultura dell’abitare e dell’agire gli scenari di tutti i giorni.
Una responsabilità che ci rende comunità custode di una bellezza che è domanda sociale – vivace, radicata e diffusa – e diritto al tempo stesso. Ma custodire non vuol dire lasciare tutto com’è: Lucca, con il suo centro storico definito dalla Mura, rappresenta anzi un costante invito alla creatività. Il suo patrimonio urbano è un organismo vivente, è spazio vitale per i suoi abitanti, è risorsa caratterizzata da valori legati all’identità dei luoghi e dei suoi cittadini. Nei suoi cinquecento anni di storia la cerchia monumentale ha infatti saputo riposizionarsi nelle funzioni e nelle fruizioni, reinventandosi, da strumento difensivo a parco urbano.
Memoria e apertura dovranno essere tenute insieme nell’avventura – che oggi vogliamo intraprendere – di disegnare l’orma del nostro tempo.