L’immagine della città comporta qualche abbandono, cosciente bensì, e goduto con disincantata lucidità.
Ma anche Lucca, come ogni altra città antica, è carica di storia, di memorie, di miti che vivono con le pietre delle sue Mura, delle sue chiese, delle sue strade. E vicino sorgono e si ricordano e si tramandano una folla di fatti e di aneddoti privati o quasi che si concretizzano col tessuto più umile delle case, dei cortili, degli orti.
Il poeta, l’interprete della città, deve stare nella città e insieme di fronte alla città, per salvare così le ragioni del cuore e quelle dell’intelletto.
Pier Carlo Santini, Catalogo della mostra di Antonio Possenti “Lucca rivisitata”, Lucca, 1971
Le “ragioni del cuore e quelle dell’intelletto”, ma il cuore non ha ragioni, il cuore si esprime con sentimenti così come non esiste una “disincantata lucidità” che regga un “abbandono cosciente”, ma un disincantato abbandono sì.
Il poeta poi non ha luogo e tempo, ha solo parole da regalare, non interpreta ma vive e racconta con un suo ritmo che è musica.