La città contemporanea, pur nella sua veloce metamorfosi, mantiene un tratto distintivo costante: la capacità di accogliere relazioni e le trame anche divergenti che le attraversano. Teatro di istanze plurime, la città accade proprio perché si fa custode dell’abitazione e dell’abitante ma al contempo sa aprirsi e proiettarsi oltre se stessa; la città riceve forma dal passo lento delle sue piazze e da quello rapido dei suoi luoghi di transito.
È una testimonianza di immagini, società e culture che si sommano senza disperdersi e che rovesciano ogni giorno su chi la vive stimoli e provocazioni. Porta con sé simboli e proiezioni.
Il nuovo Piano Strutturale avrà il compito di interpretare le domande che pone e di creare polis: una città contemporanea che sia amica delle Persone, in cui i sistemi di vicinato offrano un sorriso e la sicurezza necessaria a dismettere l’armatura del quotidiano e a riscoprire il valore dei rapporti interpersonali.
Vogliamo una città in cui lo spazio pubblico sia progettato per accrescere l’inclinazione naturale ai dialoghi e alla reciprocità. Una città dove i bambini possano “sempre incontrare quello che vorranno fare da grandi”.
Desideriamo una città permeata di connessioni: fisiche, con infrastrutture adeguate alle esigenze di mobilità attuale; senza fili, con la trasmissione di dati sempre più semplice e ampia; umane, attraverso la valorizzazione di tutti quelle “anse dove la velocità del fiume della vita urbana finalmente si placa”.