Lo scorso 28 luglio, in piena estate, scrissi una nota con alcune brevi riflessioni che potrei riassumere in una domanda assai semplice, forse anche banale: è possibile offrire e fruire di un’immagine coordinata della città e dei suoi eventi? Con quella domanda provavo a proporre e porre all’attenzione dei lettori l’idea di un network culturale che raccogliesse e mettesse a sistema le molte vocazioni della Lucca che fu, che è e che, vorremmo pensare, potrebbe essere. Niente di nuovo sotto il sole, solo un tentativo a taglio estivo per cercare di stimolare un dibattito. Il “pacchetto soluzioni” già pronto e confezionato non ce l’ha nessuno e se qualcuno dice di averlo occorre certo procedere con la giusta cautela, ma, una volta osservata e analizzata una situazione bisogna passare all’elaborazione e poi all’esperimento e poi…
La mia nota estiva voleva anzitutto animare un dibattito, cercando (sottolineo cercando) di utilizzare al meglio anche una parte di potenzialità dei mezzi di informazione online, che ad oggi ogni testata giornalistica ha. Ne rimasi abbastanza soddisfatta. Ebbi modo di leggere diversi commenti e di scambiare un po’ di opinioni con altri “osservatori”. Commenti per lo più di qualità, centrati, propositivi, che hanno confermato ancora una volta la vivacità intellettuale del nostro panorama cittadino, la viva sensibilità anche intorno a questo tema che per semplificazione chiamiamo Cultura.
Voglio provare adesso, dopo diversi mesi, un altro semplice micro-esperimento: arrivare al succo di alcuni contributi; questo estratto potrebbe essere pura accademia, ma nelle more del ragionamento potrebbero pure annidarsi spunti concreti di azione per chi deve compiere scelte non sempre semplici, per chi ogni giorno si trova a operare nel panorama culturale cittadino: insomma raccogliere e ordinare proprio i link aperti dagli spunti ricevuti: la Politica, d’altronde, deve anche tentare di guidare il cambiamento che auspica.
Nel Programma del Movimento Cinque Stelle, in gran parte condivisibile, non leggiamo riferimenti alle politiche culturali, sappiamo però che il “rinnovamento” non può prescindere da un richiamo collettivo al sentirci parte di un sistema vivo di storia, d’arte, di paesaggio, di forme di pensiero e della loro trasmissione.
Dagli interventi è emersa forte la necessità di una svolta di concetto: i beni culturali non sono patrimonio improduttivo ma motore di sviluppo. Soltanto legando il concetto di Cultura a quello di crescita sarà possibile iniziare a ripensare la prima in un’ottica di strategie condivise tra i soggetti, pubblici e privati. Penso non solo a quei settori che si occupano di attività culturali in senso stretto, ma anche di economia, welfare, ambiente e turismo, passando, per forza di cose, dall’istruzione e dalla ricerca, senza temere contaminazioni, spingendo anzi sulla sperimentazione attraverso una concreta integrazione di obiettivi. La città è il laboratorio privilegiato per “seminare” coscienza del valore della Cultura: valore etico e pubblico, che attraverso i singoli cittadini raggiunge le imprese, veicola rinascita e occupazione. Ci vuole coraggio.
Rilevo una spiccata attenzione al futuro dei musei: da una parte, la proposta di renderli organismi vivi sfruttando i loro spazi per spettacoli di arte contemporanea; dall’altra quella di dare un nuovo ordine razionale al patrimonio in essi contenuto, al fine di superare le debolezze che individualmente presentano. L’esperienza della vicina Firenze, d’altronde, insegna: alla Galleria dell’Accademia, alcuni mesi fa, la mostra “Arte torna arte” vedeva le stesse sale che ospitano la collezione permanente di opere medievali e rinascimentali teatro di installazioni contemporanee. Un’operazione del genere che impatto avrebbe su Lucca, dove i musei spesso arrancano nonostante lo spessore dei loro contenuti? Sarebbe così “scandaloso” rilanciare la rete museale sfruttando la consolidata attrattiva dei Comics? E vivacizzarne l’appeal con dei concerti? I nostri biglietti da visita a livello internazionale, di fatto, sono due: Lucca città del fumetto, Lucca città della musica. Possiamo quindi valorizzare l’esistente al fine di accrescere e differenziare le visite, rafforzare l’economia dell’arte e incentivare gli investimenti dei privati?
Lucca possiede collezioni scientifiche di alto valore (collezione Gragnani-Rontani, collezione dell’Orto Botanico, collezione del Liceo Machiavelli e dell’Istituto Carrara) dislocate (o disperse?) in punti diversi della città. Un Museo di Storia Naturale e delle Scienze, così come un Museo interamente dedicato al monumento per eccellenza, le Mura, invece, mancano. Nei palazzi comunali sono presenti oggetti di arte moderna e contemporanea di fatto invisitati e quasi sconosciuti ai più: perché non valorizzarli o, in parte, farli confluire alla Fondazione Ragghianti? Si dirà che spostare collezioni che storicamente hanno una sede definita è irrispettoso del passato. Ma una visione gelosa della conservazione cosa restituisce all’enorme eredità che abbiamo ricevuto? È necessario, urgente direi, sdoganare nuove forme per la Cultura proprio per difenderne la proprietà intellettuale. I nuovi allestimenti permettono alla storia di continuare a esercitare, attraverso il tempo, la sua funzione civilizzatrice: agevolarne il processo, anche questo è onere della Politica.
Si osserva che Lucca vive una florida stagione di eventi da settembre a novembre, mentre per il resto dell’anno sembra sonnecchiare. Ce lo possiamo permettere o possiamo ambire a qualcosa di più? La città è di per sé offerta, ma certo ribilanciare il calendario delle manifestazioni distribuirebbe su un arco più ampio le presenze da fuori. Il tutto supportato da un lavoro accurato di preparazione all’accoglienza, di itinerari insoliti e piacevoli da proporre rendendo efficaci gli strumenti web sia per le prenotazioni turistiche, sia per la gestione degli spazi pubblici da parte delle associazioni interessate a utilizzarli per i propri eventi che a pieno titolo entrerebbero nelle “tappe” consigliate. Avvertiamo ancora impropriamente il turismo come un elemento esogeno, quasi di disturbo: ma i turisti non sono solo orde indisciplinate, sono spettatori, lettori, estimatori. Una risorsa per imparare, noi stessi, che a Lucca viviamo, a essere spettatori, lettori ed estimatori consapevoli del nostro territorio. Questi solo alcuni dei pensieri degli abitanti di Lucca.